Ciro

Sono pochi giorni che ci hai lasciati e mi mancano i nostri messaggi mattutini e l’ansia per l’attesa di sapere come ti sentivi. La nostra amicizia è nata quando mi hai contattata su messenger per chiedermi informazioni sui trattamenti per la  gvhd. Ho subito capito che la tua situazione cutanea era molto più complessa di quella che avevo avuto io, grazie forse alla tempestività con cui il mio ematologo l’aveva voluta trattare. Abbiamo iniziato a conoscersi subito e mi aveva colpito la sofferenza che mi trasmettevi parlando della tua vita e questo perché rispecchiava in pieno le emozioni che avevo già vissuto in passato. Ho odiato la tua compagna che ti ha lasciato quando hai saputo della malattia, ho amato la forza che hai dimostrato nell’affrontare il trapianto con tale dolore. Con coraggio, dopo poco più di un anno, ti sei rimesso in gioco e hai ritrovato un lavoro perché la malattia ti aveva tolto anche quello. Eri Solo con i tuoi problemi e aiutato solo da tuo fratello perché i tuoi genitori stavano a casa giù e non volevi venissero ad assisterti per non vederli soffrire. Quante risate ci siamo fatti! E poi quella telefonata in cui mi dicevi della recidiva… E la casistica infausta della tua malattia che non lasciava presumere niente di buono. Da giugno eri ricoverato per tentare l’impossibile e ce l’hai messa tutta! Di nuovo le chemio, il tuo silenzio per giorni ai miei messaggi perché eri in coma a causa dei farmaci… Poi un giorno il tuo messaggio per una nuova speranza! Ho sempre cercato di farti ridere, di instillarti quella positività che mi ha sempre aiutata ma tu eri più forte di me!!! Una settimana fa ci siamo sentiti ed eri un leone. Il trasferimento in una struttura di riabilitazione ti aveva dato più coraggio… Mi hai detto: “questa bastarda la sconfiggo di nuovo! Te lo prometto”. Poi il silenzio di qualche giorno che pensavo normale… E poi il messaggio di tuo fratello… E il dolore sordo che ha lacerato cuore e spirito. Chissà se facevi il coraggioso per non farmi impensierire… Anche Betta anni fa aveva fatto lo stesso! Come per Cinzia l’anno scorso, non siamo riusciti a vederci fisicamente. Mi manchi amico mio… Mi manca sentirmi dire :”Gioia mia”! Mi mancherai per sempre Ciro!! E cercherò di vivere al meglio anche per te perché ti porterò sempre con me in una delle molte parti del mio cuore dove sono racchiusi i sentimenti per gli amici che ormai mi osservano da lassù! Ora quella bastarda non ti nuoce più… Riposa in pace Amico mio!!! ❤️❤️❤️

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Empatia

Ho già scritto parte di questa giornata su facebook. Non mi sarei voluta dilungare così ma non ho potuto farne a meno… Il mio dito non sa contenere tutto ciò che mi passa per la testa e non si ferma! Ho il cuore pieno di emozione e di gratitudine per questa confessione a cuore aperto. È sempre scontato pensare che chi ci aiuta e che ci sorride possa nascondere delle sofferenze così enormi!!! Ed è proprio vero che spesso dietro un sorriso o una parola di conforto, in realtà si celi una persona che soffre!!! Copio e incollo ciò che ho scritto su Facebook perché riassume ciò che è stato:” Stamattina aiutino alle truppe!!! E anche questa mattina entrerà a far parte del mio album dei giorni speciali! Una delle infermiere, partendo dalla domanda sul vaccino per la meningite, mi ha raccontato la sua storia: di donna che ha vinto il cancro, di mamma adottiva che sta cercando di crescere sua figlia per farle sentire meno gli abusi subiti di quando era in un istituto, di mamma che non si spiega perché vi sia così tanta indifferenza nei confronti dei problemi di salute anche seri della figlia… Mi raccontava di lei e mi sembrava di avere uno specchio davanti a me: essere scambiata per matta e ansiosa quando avevo le crisi d’asma, l’indifferenza e l’insensibiltà di chi avrebbe dovuto rimanermi accanto nel momento del bisogno, la solitudine perché gli amici erano spariti, la sofferenza dei miei genitori che non sapevano come fare ad aiutarmi… È proprio vero che forse l’empatia viene trasmessa a chi ti circonda… E io sono sempre onorata e grata per essere un’ascoltatrice privilegiata. E spesso ringrazio la malattia per essere diventata spesso un’ancora alla quale appigliarsi per un aiuto o semplicemente per far diventare meno pesante la propria esistenza! Grazie VITA anche per questo!!!”. Spesso soffoco all’idea di quanta gente esiste e soffre… Ho avuto periodi in cui non riuscivo più a sopportare tutto questo dolore! E di dolore ne ho avuto tanto e di tanti tipi. Quello che però più in assoluto mi distrugge é quello delle tante persone che a causa della malattia vengono lasciate sole a combattere, abbandonate dalla famiglia, da fidanzati, da mariti e mogli, dagli amici, insomma da tutti! Cerchi in qualche modo di giustificarli dicendo che se ne vanno perché sono spaventati, perché non riescono a vederti soffrire o morire, o semplicemente non sanno come aiutarti! E in parte può essere vero. Ma nessuno mai si mette nei panni di chi è malato! Cosa ne sapete voi!!! Non sarebbe più bello poter dire con la serenità nel cuore:”Io nonostante tutto c’ero e ti sono stato vicino?”. Con quale coraggio riuscite a dire che tanto sarebbe stato meglio così perché lo avreste fatto soffrire? Noi che sappiamo cosa significa soffrire e lottare non auguriamo mai alcun male agli altri perché siamo consapevoli di ciò che comporta! Ma ci vorrebbe una scuola per insegnare cosa significhi essere umani e che insegnasse il vero Amore per l’altro! Io ho litigato un po’ con colui che è lassù perché da piccola lo incolpavo di non accorgersi di me e dei tanti come me poi da adulta, aiutata da un parroco fantastico, don Mario, mi sono riappacificata con lui perché lui non ha colpa. Però mi sono sempre chiesta perchè la maggior parte di quelli che si ritengono cattolici o cristiani anche frequentanti siano spesso quelli che più di tutti non seguono i precetti della fratellanza, della carità e dell’amore verso il prossimo. O forse li ho trovati tutti io?!? È così bello volere bene alle persone, è così bello entrare nelle vite altrui e crescere con loro!!! Io sono fortunata perchè ho due genitori che non si sono mai dati per vinti e che non hanno mai permesso che mi arrendessi e mi hanno dato tutto ciò che potevano. Ho un marito che non ha avuto dubbi, seppur terrorizzato di perdermi più volte, sullo starmi accanto. E io lo AMO più di me stessa. Un fratello che non ha esitato a farsi tipizzare per poter essere lui a ridarmi la vita e che io adoro! Loro e solo loro sono stati la mia forza insieme a chi ha sofferto e soffre ancora. Non abbiate paura di poter essere la spalla sulla quale piangere! Non ci considerate diversi perché siamo un po’ più sfigati! Amate e basta… Tutto sarà più bello… La vostra vita sarà più bella!!! ❤️❤️❤️

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Vita serena

La mia infanzia è stata normale, come quella di tante mie coetanee.i miei genitori erano fantastici e mi ricordo di quando da piccola aspettavo l’arrivo di papà giù dal ponte di San Donato e di come mi prendesse in braccio facendomi roteare! Quando verso le 17 tornava a casa, per farsi aprire fischiava con un riconoscibile motivetto!!! Mamma è sempre stata dolcissima e buonissima! A cinque anni ho iniziato a fare danza classica due volte a settimana… Come per la maggior parte delle bimbe, volevo diventare una ballerina! La mia non era un’insegnante con la I maiuscola ma ce ne siamo accorte dopo cinque anni di lezioni e saggi… Non si preoccupava minimamente dell’età più adeguata per le punte col gesso che ho indossato a sette anni… Ovvio io ero alle stelle perché una volta salita sulle punte ti senti davvero già una ballerina… Ma i miei piedi sono cresciuti un po’ storti perché compressi in una scarpetta con punta stretta. Fino a quando danzi ami i tuoi piedi, soprattutto quando hanno il giusto collo del piede e quando non si riempiono di vesciche e fai invidia a tutte le altre che soffrono le pene dell’inferno! Poi quando smetti inizi a odiarli perché li vorresti dritti…                                                                                                                                  I cinque anni di scuole elementari sono stati fantastici ma anche pieni di scontri. Sono sempre stata la più alta di statura e i maschi, sentendosi un po’ sovrastati, mi chiamavano con nomignoli che odiavo:” Pamela Tarlá col Cup pelà”, “Pamela Ewing” di Dallas, “tonno” e chi più ne ha più ne metta. All’inizio mi facevano arrabbiare, poi sono sempre riuscita a fregarmene e davo loro lezioni cocenti quando giocavamo a calcio nel giardino della scuola o quando facevamo i tornei che vedevano contrapposte la scuola Cerutti, dove andavo io, e le Suore… Nessuno mi stava dietro e facevo sempre gol! Idem a pallavolo! Qualsiasi attività facessi eccellevo sia fisicamente sia mentalmente… In tutto ciò che facevo ci mettevo tutto l’impegno che potevo e non mi fermava nessuno. È così è continuato ad essere anche nei tre anni delle medie! Lo sviluppo a 11 anni mi ha fatta fiorire e tutto lo sport che facevo mi rendeva ancor più schiantosa… Mi piaceva portare le minigonne e topppini succinti. Ho cambiato scuola di danza per vedere di realizzare il mio sogno… La mia nuova insegnante era Iride Sauri, allora prima ballerina alla Fenice di Venezia, e le lezioni, anche quattro volte a settimana, erano impegnative e pesanti! Riuscivo però a conciliare benissimo studio e attività sportiva… Il mio fisico era fortissimo e potevo fare qualsiasi cosa volessi. In pausa estiva giocavo a tennis, andavo a correre per Murano o al campo sportivo, giocavo a pallavolo… In inverno lo sci che coinvolgeva tutta la famiglia.  Potevo fare qualsiasi cosa… I miei genitori erano invidiati da altri che invece avevano figli un po’ più fragili. Con mio fratello ci sopportavamo… Lui prendeva lezioni private di pianoforte e mi arrabbiavo quando strimpellava a casa perché non riuscivo a studiare… Ma gli ho sempre voluto bene!!! Se litigavamo o combinavamo guai papà ci chiedeva di avvicinare le mani col dorso verso l’alto per una bella pacca che però non ci hai mai dato, vista la paura che ci incuteva e che ci induceva a rientrare nei ranghi.                                                                                                                                                            Qualche magagna di salute ho iniziato ad averla soprattutto al naso con le adenoidi e i polipi nasali per i quali mi hanno sottoposto a una tortura mostruosa: la dilatazione meccanica dei turbinati che però non ha evitato l’intervento. Probabilmente si trattava dell’inizio di qualcosa. Ho concluso le scuole medie col massimo dei voti e a giugno ho superato la prova finale per passare all’ultimo anno della scuola di danza. A settembre avrei iniziato le scuole superiori al liceo linguistico Zambler, un istituto privato molto conosciuto per dare un’ottima formazione. I miei avrebbero fatto dei sacrifici per mandarmi lì e non li avrei delusi. Finita la scuola tutta la family è partita per una vacanza in Sicilia dove mi sono presa la mia prima cottarella che non è potuta continuare per la distanza! Non sapevo che pochi mesi più tardi la mia vita sarebbe cambiata improvvisamente! 

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