Un fantasma allo specchio

Quando torni a casa dopo trentacinque giorni di ospedale, trovi tutto cambiato, come se non fossi mai vissuta in un posto che non riconosci più come familiare. Sei così stranita e stanca che niente ti interessa tranne l’idea di essere tornata con Vale e con i genitori. I primi dieci giorni di casa non sono affatto un idillio… Senza forze devi riuscire a riappropriarti del tuo corpo che non risponde come dovrebbe e come vorresti. L’unica cosa che vuoi fare è stare stesa fra letto e divano e lasciar passare il tempo… ma non si può… la vita chiama e il suo richiamo è forte e assordante per non starlo a sentire! Alzarsi dal letto la mattina è faticoso e quindi devo aspettare che qualcuno mi aiuti: Vale, mamma, papà o Irene che a turno si avvicendano nella mia delicata gestione, sempre facendo attenzione a non essere raffreddati e disposti a lasciare le scarpe fuori per non portare possibili batteri in casa. Il papà è sempre stato allergico alle pattine all’ingresso ma, per amore mio, ha acconsentito anche a questo! Come caldamente suggerito dai medici alle dimissioni, il primo impegno gravoso appena alzata, è la doccia e il cambio quotidiano degli indumenti. Come far fare la doccia a una persona che non si regge in piedi? Semplice, prendere una sedia pieghevole, introdurla nella doccia e lavarsi da seduta anzi, farsi lavare da seduta! Dopo la doccia c’è il rituale dell’oliatura e alla fine ci si sente come una cotoletta pronta per essere impanata e fritta. Povera pelle e povera me: mi sembro un serpente che fa la muta, o un edificio che si crepa e perde l’intonaco a pezzi…

Poi alzi gli occhi e ti guardi allo specchio: quella non sono io, quella non sono io, quella lì è un fantasma… E’ uno scheletro ricoperto solo da un debole strato di pelle… dove è sparita la carne? Dove è sparita la Pamela cicciottella che tanto odiavo? Ora odio anche questa… L’unica cosa che è rimasta è la facies cushingoide, a luna piena… l’unico baluardo rimasto a ricordare il cortisone! Come farò a tornare a vivere in questo stato? Lo sguardo dolce di mia mamma e le sue parole mi hanno fatto rivedere la luce: “Amore, sei tornata la Pamy di quando facevi danza! Non sei così male!” e quelle parole mi hanno fatto tornare in mente che uno dei miei tanti desideri è sempre stato tornare ad essere la quattordicenne ballerina che avevo lasciato.

Dopo tutte queste manovre per iniziare la giornata e questo nuovo slancio di positività, uno penserebbe di essere pronto ad affrontare qualunque cosa e invece? Il niente. Ore passate sdraiata sul divano senza riuscire quasi a muovere più di dieci passi. E’ inverno e quindi le giornate sono fredde… Nemmeno il camino acceso riesce a scaldarmi nonostante indossi pigiama di pile, maglia di pile e vestaglia di pile! Forse il mio termostato biologico si è guastato? Forse assumere una ventina di pillole al giorno qualche effetto lo produrrà? E il cibo? Ora posso mangiare ciò che voglio!!! Devo mettere su un po’ di ciccia e forze per poter ricamminare… eppure… non riesco ad ingoiare niente… la nausea è più forte della mia voglia di mangiare! I medici contattati mi hanno detto che potrebbe essere GVHD allo stomaco, ovvero il mio nuovo midollo che cerca di distruggere il mio stomaco e allora giù di nuovo col cortisone nel tentativo di allontanare una biopsia che potrebbe essere pericolosa con le difese così basse. Cerco di mangiare ciò che più mi piace incitata ad ogni pasto da chi mi fa compagnia… e se riesco a mangiare qualcosa, subito dopo corro in bagno a vomitare… ci consoliamo pensando che almeno qualcosa possa rimanere… Quanto ho odiato quegli incoraggiamenti, quante lacrime ho versato mentre mangiavo… ma se non avessi avuto loro… E così, un po’ alla volta i giorni sono passati fino a che non sono dovuta rientrare in ospedale.

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04 novembre 2007

In questi 10 anni ho pensato spesso se rendere visibili o meno questi momenti perchè volevo rimanessero intimi… Questo blog è nato per aiutare le persone e quindi oggi è arrivato il momento di farvi vedere come io e Vale abbiamo affrontato uno dei momenti che in molti ritengono più difficili da affrontare. Noi lo abbiamo fatto col sorriso che sempre ci ha contraddistinti… nonostante il terrore che ci attanagliava per quel 40% di possibilità di non uscirne. Bimbus, tutto ciò che abbiamo vissuto ci ha resi quello che siamo oggi. Grazie per continuare ad essere la mia forza! Grazie mamma e papà per avermi sempre incoraggiata e accompagnata con la vostra forza e il vostro ottimismo! E grazie a te mia gemella genetica per questa nuova vita!

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Sogni che fanno ancora male! ❤️❤️❤️

Svegliarsi tristi per aver pianto nel sonno non mi piace ma qualche volta succede! E stamattina ho iniziato la giornata così!! Nel mio sogno stranamente c’era il nonno Toni che non ho mai sognato da quando è mancano tanti anni fa! Eravamo a casa della zia Bruna a Venezia e ad un certo punto accende la tv e mi dice di guardare perché aveva trovato dei video che mi riguardavano! Ero giovane, quando ancora stavo bene ed ero longilinea e il mio sorriso spaccava lo schermo per la sua solarità!!! Le emozioni di quella Pamela invadevano anche me. Le immagini del primo video raccontavano di una delle nostre cene tutti insieme e dell’amore che sprigionavano e che ora mi mancano. Nel secondo ballavo in teatro con le punte e piroettavo senza alcuna fatica col sorriso! Ho iniziato a piangere copiosamente di una disperazione inattesa… E nonno mi ha circondata con le sue braccia per farmi calmare e mi diceva:”Tranquilla ci sono io!”. Ma i singhiozzi non cessavano… Mi sono svegliata triste col cuore pieno di dolore… E i mille perché sono riaffiorati… Perché la vita è stata così ingiusta? Perché non potevo rimanere quella Pamela spensierata e felice? Purtroppo a queste domande non c’è stata mai risposta e non ci sarà mai… Se non fosse successo niente sarei un’altra, forse sarei peggiore, più superficiale… Ma ora sono così e non mi cambierei con nessun altro al mondo!! E dopo un attimo di smarrimento che cercava di condizionarmi la giornata, mi sono alzata e con Valerio al mio fianco sono ripartita e siamo andati ad allenarci insieme!!! ❤️❤️❤️

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La bambina col vestito arcobaleno

Ti ho vista uscire di corsa da una stanza e hai inondato il mio cuore con il tuo sorriso… Pochi secondi sono bastati per guardarti negli occhi e incrociare i nostri sguardi, vedere la tua piccola testa senza capelli e le tue gotone gonfie e rosee per il cortisone…  Ho riso con te per qualche istante mentre mi guardavi come avessi visto qualcuno di inaspettato nel corridoio… Poi ridendo fragorosamente ti sei girata e hai continuato a correre e percorrere il corridoio col tuo vestito dipinto con i colori dell’arcobaleno. Grazie Amore!!! Grazie a te ho ritrovato quell’ottimismo che negli ultimi tempi non riuscivo più a trovare… Io sono viva, ho vinto la mia battaglia e non posso sprecare il mio tempo!!! Se potessi ti donerei la mia vita perché tu potessi crescere piena di salute senza più dover soffrire per affrontare le terapie contro la bestia!!! Porterò il tuo sorriso con me e lo farò diventare anche il mio!!! Ti adoro piccola!!! ❤️❤️❤️

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Ricominciare

Oggi 19 gennaio sono tornata a varcare le porte del laboratorio dopo quasi venti giorni di clausura per la febbre e la bronchite… Che bello essere accolta con un sorriso, con un abbraccio da amici e colleghi che ci tengono a sapere come stai!!! Sono grata per tutto l’affetto che trovo sempre e che è più di tutto quello che io abbia mai ricevuto in passato!!! Sono sempre stata sola ad affrontare il mio mostro, gli amici sparivano o mi evitavano per la mia salute cagionevole!!! Ho imparato a vivere la mia battaglia sola e a non soffrire più perché non ero capita… Prima ci sono stati i pianti da adolescente, poi la remissività e la rassegnazione dell’adulta… Ora la gioia di godere anche dei più piccoli gesti d’affetto!!! La malattia trasforma, matura, plasma e umanamente parlando i sopravvissuti come me hanno una marcia in più: quella magica empatia che attira gli altri perché hai un atteggiamento positivo per la vita nonostante tutto e hai sempre cuore e braccia aperte per accogliere chiunque ne abbia bisogno…

Non siamo supereroi d’acciaio… Cadiamo anche noi… Ma alla fine ci rialziamo e ripartiamo! Anche perché siamo fragili soprattutto quando veniamo a sapere che un altro guerriero come Alessio se ne è andato e che altre due purtroppo perderanno la loro battaglia contro la leucemia… Continuerò a rialzarmi e a ricominciare anche per voi, così come ho sempre fatto per altri in passato! Portandovi nel mio cuore troverò sempre la forza per ricominciare!!! 

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