Stamattina mi sono svegliata con un dolore atroce dietro la schiena, sul lato sinistro. Ad ogni inspirazione era come se qualcuno mi infilasse uno stiletto nel polmone. Era un dolore che già conoscevo… Quando è arrivato Leo per fare i prelievi per le emocolture, fatti non dal cvc ma da vena normale per evitare la contaminazione dei campioni, mi ha chiesto come ogni mattina se ci fosse qualcosa di nuovo. Gli ho comunicato del forte dolore che avrebbe riferito ai medici appena fossero entrati in turno. Lavarsi e cambiarsi è stata un’impresa ma, da stoica, ho pensato che sarebbe passato o si sarebbe attenuato appena sdraiata. Anche il mio ottimismo però non poteva nulla… Mentre ero in bagno per i soliti effetti repentini dei diuretici mattutini, il dolore è diventato talmente forte da lasciarmi senza respiro e per quanto abbia cercato di resistere, a ogni fitta urlavo… Cosa proprio non da me! All’improvviso ho sentito Leo che mi chiamava e sentendomi urlare è accorso in bagno allarmato. Preoccupato mi ha riaccompagnata a letto e gli ho chiesto se mi potesse dare qualcosa per attenuare quel dolore. Lui ha supposto che mi avrebbero aumentato la morfina. La morfina? E ho scoperto che per lenire i dolori dovuti alle chemio già la prendevo! Ed ecco spiegato anche il tanto sonno e il continuo torpore. Verso le otto è arrivato anche il dott che dopo avermi auscultato ha detto che sentiva i classici crepitii del versamento pleurico. Era tornato!!! Era sparito quello avuto tempo prima e ora era ricomparso!!! Poco dopo devono aver aumentato la dose della morfina perché ho iniziato a star meglio e a dormire. Sono stata svegliata all’improvviso da un rumore sordo… Un operatore vestito di tutto punto stava cercando di far entrare un macchinario che poi ho scoperto essere quello dei raggi! Che forte, fanno gli rx a domicilio!!! Almeno ho visto qualcuno di diverso e veniva da fuori! Fatte le foto di rito se ne è andato e dopo poche ore la conferma:”Versamento pleurico a sinistra e area di consolidamento parenchimale in sede sovradiaframmatica destra con associata reazione pleurica. Aumentato il diametro trasverso cardiaco (versamento pericardico?)”… Soluzione? Antibiotici che già prendevo e aumento del dosaggio del cortisone, il mio compagno per la vita!!! Poco fa ho visto che ho di nuovo la febbre! Normalissimo! Ora aspetto l’arrivo di Vale così gli racconto la novità! E aspettiamo gli eventi!!! ❤️❤️❤️
Camera sterile
Giorni da +1 a +5 dalla rinascita
Come è dura affrontare il mio nuovo stato… È sempre più dura essere lucida e non sfinita per scrivere… Ma ci proverò. Magari scrivendo fra un risveglio e l’altro. Mi hanno spiegato che la mia nuova vita riparte dal giorno +1 per arrivare al giorno in cui il nuovo midollo attecchirà e inizierà a produrre i nuovi globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Dal giorno +1 è comparsa la febbre, da prima alterazione per poi alzarsi sempre più… Hanno detto che è normale… Anche la normale flora batterica residente nel nostro corpo può prendere il sopravvento e dare infezioni batteriche. Le boccette al mio albero di Natale sono aumentate: antibiotici di più tipi, antivirali, antifungini, supporti di vario tipo… Come faranno a non confondersi? Questo è un pensiero che a volte mi tormenta! Ma mi devo fidare di loro! Come fanno tanti medicinali insieme a mescolarsi e passare tutti dai lunghi fili attaccati al cvc? Le attività quotidiane si limitano e con difficoltà ai rituali che devo fare per forza. L’unico momento in cui non dormo è la mattina presto… Sono sempre più debole e fare la doccia è una tortura, così come lavarsi i denti con la garza imbevuta con la clorexidina… Vietato lo spazzolino a causa del rischio di emorragie. Leo mi ha detto amorevolmente che se avessi difficoltà di non esitare a chiedere aiuto… Ma sono testarda… Devo fare da sola! I dolori aumentano, così come una strana sensazione in bocca che ha iniziato a seccarsi già al giorno +2 e che stamattina ho comunicato al dottore. Si è stupito che non avessi detto niente fino a quel momento… E si è pure arrabbiato perché devo comunicare ogni singolo nuovo sintomo per essere aiutata!!! Non riesco più a mangiare dal dolore, solo bere. Mi ha detto essere una normale reazione alla chemio chiamata mucosite e che può essere più o meno intensa a seconda dei protocolli e delle persone. Il pomeriggio è comparsa una nuova sacca enorme! Mi alimenteranno artificialmente per impedire che deperisca troppo… Il letto bilancia non mente. Non capisco perché ho così tanto sonno, forse sarà la stanchezza… La TV mi annoia, al computer non riesco a stare, se mi faccio mettere un dvd non riesco a finirlo.. Anzi, dopo poco dall’inizio dormo già…Vale, mio papà e mia mamma si alternano nei giorni per starmi accanto e non so come riescano a rimanere con me in queste condizioni! Preferirei stare sola piuttosto che vederli lì preoccupati o cercare di essere sereni per non turbare me!!! Chissà quanto soffrono!!! Non possono fare niente per aiutarmi… Mi tengono la mano stando in silenzio, magari mi addormento anche per un’ora e li ritrovo lì con il loro affetto! Perché gli ho voluto fare questo? E ripenso alle due settimane in cui ho dovuto decidere se affrontare il trapianto. In realtà l’ho fatto più per loro che per me ma se avessi saputo che avrebbero dovuto vedermi così… Chissà? Spesso lascio squillare il telefono… Non ho voglia di parlare, anche per il dolore in bocca… Richiamo appena me la sento o dico ai miei di scusarmi con chi vorrebbe sapere da me come sto… Stando fuori non si può avere un’idea di come possa essere affrontare tutto questo! Mi aiuta la musica a stare tranquilla, la musica che Vale ha raccolto in una cartella solo per me e nella quale c’è la nostra canzone “Sleeping Sun”. Spero che i prossimi giorni saranno migliori!
15 novembre 2007: la mia rinascita
Stasera sono stremata… Sono sopraffatta dalle emozioni: gioia, gratitudine, paura… Nella mia testa un vorticare di pensieri e dentro me la consapevolezza di una nuova e più vivida speranza. Stamattina ero già sveglia da un po’ quando Leo è entrato nella mia camera per i prelievi di routine e per ritirare il diario del giorno prima. L’attesa è stata snervante… Ho cercato di prolungare le attività mattutine per cercare di non pensare, nonostante la stanchezza, una nuova stanchezza, mi rallentasse non poco. Ho ritirato i miei cambi sterili posati sul tavolino, fatto la doccia facendo attenzione a non aggrovigliare i fili del cvc, lavato i denti con la garza imbevuta di clorexidina, fatto la solita colazione triste con tè e fette biscottate e iniziato a compilare il nuovo foglio con temperatura, quantità di urina, pH urinario e peso. Dopo nemmeno un’ora non sapevo più cosa fare… Ed erano solo poco più delle sette!!! A che ora sarebbe arrivato il dottore??? Nemmeno la tv riusciva a distrarmi. Un solo e unico pensiero mi assillava… Sono andata alla porta più volte per controllare se vi fossero movimenti, se fosse spuntata qualche nuova boccettina al mio albero di Natale. Niente. Rassegnata sono tornata a letto in attesa… Verso le dieci ho sentito aprire la porta… E il mio dott è entrato portando un vassoio coperto con un telo bianco! Il suo sorriso era stupendo e la sua gioia era contagiosa! Sotto quel telo c’era la mia nuova vita, il dono più grande che una persona possa ricevere. Il dott mi ha spiegato brevemente cosa avremmo fatto e che saremmo stati soli io e lui per qualche ora. Mi ha fatta stendere sul letto in posizione comoda e ha scoperto il vassoio. C’erano una ventina di enormi siringoni e la loro vista mi ha spaventata!!! Di solito il nuovo midollo non arriva in una sacca da trasfusione? Vedendomi perplessa il dott mi ha rassicurata dicendomi che a volte capita che venga portato ancora nelle siringhe di raccolta… La procedura sarebbe stata un po’ più lenta perché avrebbe dovuto alternare una siringa di midollo a una di soluzione fisiologica per diluirlo. Avrei dovuto avvisarlo nel caso avessi sentito qualcosa di strano durante l’infusione. Non riesco a descrivere ciò che ho provato all’inizio dell’infusione!!! Mi sono commossa vedendo la mia nuova vita entrare e non riuscivo a guardare il dott negli occhi perchè piena di emozione. Ho pensato a Lei, alla possibilità che mi stava regalando anche senza conoscermi. L’infusione è durata quasi cinque ore, le cinque ore più veloci della mia vita! Non ho avuto particolari problemi. Ogni tanto il dott rallentava se gli facevo presente che mi girava la testa o se mi sentivo un po’ stranita per poi tornare a velocità normale, sempre da tartaruga però!!! Fra noi due vi era un silenzio quasi mistico, interrotto solo da qualche mia domanda (giusto per non smentire mai la mia natura di biologa assetata di sapere!). La cosa più spettacolare che mi ha spiegato il dott è come riesca il nuovo midollo a trovare la strada per andare a occupare le nicchie lasciate vuote dal vecchio midollo ormai defunto! E il nostro corpo è davvero magico!!! Finita l’ultima siringa di fisiologica, il dott ha raccolto il vassoio vuoto ed è uscito dalla stanza lasciandomi in balia di me stessa e delle mille speranze e paure insorte. Ormai non si poteva più tornare indietro… Ora bisogna solo aspettare l’attecchimento del midollo, ovvero attendere di vedere crescere il numero di globuli bianchi nell’emocromo. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni e se ce la farò davvero a rinascere come ho promesso a Vale! ❤️❤️❤️
Mercoledì 14 novembre (giorno precedente il trapianto)
Inizio a sentire un po’ di apprensione… Ora sono completamente in balia di tutto: batteri, virus, donatore, destino… Sono tornata ad essere neonata… Completamente indifesa e inetta! Per fortuna la routine qui dentro distrae dai mille pensieri che si accalcano nella mia testa. A parte un po’ di febbre avuta nei giorni scorsi, non mi sento poi così male! E la chemio mi è parsa una passeggiata in confronto a tutte le schifezze fatte negli ultimi anni! E l’ho anche esternato al dott quando è passato stamattina per dirmi che si avvicina il gran giorno. Molto pacatamente mi ha spiegato che le conseguenze si potranno manifestare fra qualche giorno… Ma non mi è sembrato particolarmente pensieroso! Ne ho passate di cose brutte, cosa potrà mai succedere che io non riesca ad affrontare? Stare qui dentro impigrisce… Cerco di fare un po’ di cyclette ma la voglia non c’è!!! Il cibo è quello che è ma ne ho sentiti di peggio, almeno posso scegliere cosa mangiare nei vari giorni della settimana!!! E ovviamente cerco di scegliere ciò che posso… Con la mia eosinofilia devo stare alla larga da latticini, pomodori e altro… Insomma, mi devo accontentare della classica dieta in bianco: minestrina, semolino, patate lesse o purè, pollo lesso o arrosto, frutta fresca o cotta!!! Devo inesorabilmente rinunciare alla pasta col sugo, ai budini e a tutto ciò che potrebbe rendermi più piacevole il pasto!!! Insomma, una vera tristezza!!Il pomeriggio sonnecchio un po’ nel tentativo di far passare prima il tempo… Oggi non voleva proprio accelerare!!! Fra un po’ cenerò e aspetterò di dormire per finalmente svegliarmi e essere già domani! Ah… Mi sono dimenticata di dire che stamattina mi hanno fatto i raggi al torace direttamente nella mia suite! Hanno un apparecchio portatile che fanno entrare con un unico operatore al bisogno! Mi trattano come una regina!!! Au revoir!!! ❤️❤️❤️
Giov 8-Mart 13 novembre 2007 IV°, V°, VI°, VII°, VIII° e IX° Giorno di ricovero
Solita sveglia alle sei… ma la tensione era nuova. Oggi è iniziato il condizionamento con schema Allo-BuCy con ATG: Busulfano 52mg i giorni 8°, 9°, 10° e 11°, Ciclofosfamide 780mg i giorni 10° e 11° e profilassi per GvHD con Methotrexate 25mg il giorno 16° e 15mg il giorno 18°. Il condizionamento serve per distruggere tutto o la maggior parte del mio midollo malato prima di reinfondere il nuovo midollo. In seguito ciclosporina. Si sono già aggiunte altre boccette al mio albero di Natale e sono così tante che due pompe automatiche non bastavano più per controllare il flusso di tutti i liquidi immessi e ne hanno aggiunta una terza. Come faranno a non confondersi con tutte quelle boccette?
La cosa più inquietante è stato vedere appendere alla porta e all’armadio dei cambi nell’anticamera il cartello con la scritta, per fortuna colorata, “Attenzione, protocollo sterile”. Ciò avrebbe significato essere ancora più sola e vulnerabile. E questo i medici me lo hanno subito fatto presente perché avrebbero dovuto evitare di portare qualsiasi tipo di microbi nella stanza. Medici e infermieri sarebbero dovuti entrare tutti bardati con cuffietta, mascherina, camice e sovrascarpe e dopo essersi lavati le mani. Ovviamente hanno fatto presente di chiamare ogni qualvolta avessi un qualche sintomo.
Finalmente ho ricevuto le visite del pino e di Valerio e nessuno può immaginare la gioia di poter parlare con chi ami dopo giorni di sole telefonate. Mi hanno sì dato un pc della corsia ma non sempre si connette e questo mi destabilizza… mi sento segregata. Mina non stava ancora del tutto bene e ha preferito aspettare un altro po’ per non nuocermi. Nell’attimo in cui ho visto entrare il pino e poi il mio bimbus in giorni diversi, i miei occhi si sono riempiti di lacrime come una bimbetta…che strana sensazione dover fare i conti con una mia nuova e alterata sensibilità!!! Anche loro per entrare si sono dovuti sottoporre obbligatoriamente al rituale della vestizione. Nell’armadio dell’anticamera, oltre ai miei venti cambi sterilizzati, sono alloggiati anche i loro cinque pigiami sterili… Oltre al pigiama però sono costretti a indossare sovrascarpe, càmice, mascherina e cuffietta e costretti a sopportare bardati così il caldo presente nella stanza. Figuriamoci dover respirare attraverso la mascherina per qualche ora!!! Fortunatamente possono stare con me dalle 14 alle 21, solo uno per giornata, per aiutarmi psicologicamente ad affrontare questa sfida. Sono i privilegi della camera sterile!!! E per fortuna!!!
Merc 7-Giov 8 novembre 2007 III° e IV° Giorno di ricovero
Dire di essersi ambientati in un posto simile è una bugia, più che una speranza… Mercoledì sera sono stata vittima di qualcosa a me sconosciuto e purtroppo incontrollabile… un vero attacco di claustrofobia… un attacco di panico. Stavo guardando la televisione quando ho sentito chiudersi le orecchie, sudorini freddi imperlare la mia fronte e la sensazione sgradevolissima che il buio aumentasse e la stanza rimpicciolisse. Allora ho acceso la luce, mi sono spogliata rimanendo in maniche corte (supponevo ci fosse un guasto all’impianto di riscaldamento già difettoso) e ho iniziato a passeggiare per la stanza, quasi per riappropriarmi di quei metri quadri che sembravano svaniti. Niente sembrava darmi sollievo, nemmeno lo spray per l’asma e l’inquietudine, l’ansia salivano. Non volevo suonare il campanello perché temevo che mi potessero prendere per pazza, ma alla fine mi sono detta che forse quel regime di isolamento e di solitudine potesse provocare un qualche disagio. Poche gocce di En e qualche parola scambiata con l’infermiera di turno hanno fatto placare tutte le sensazioni provate e sono riuscita a riposare nonostante un residuo senso di paura.
Il giovedì mattina i medici erano stati avvisati dell’accaduto e mi hanno detto che viviamo una situazione talmente anomala che tali episodi non sono rari e anzi tanti pazienti, anche se non in isolamento, chiedono le gocce tutte le sere o quando ne sentono la necessità.
Una cosa così pensavo che ad una persona razionale come me non potesse mai accadere o di essere per lo meno in grado di controllarla… mi sbagliavo di grosso…come tante altre volte è accaduto nella mia vita.
E intanto la mole di esami quotidiani: prelievi mattutini, rx torace e visite di controllo continuano in attesa dell’inizio del condizionamento…
Chi l’ha detto poi che all’ospedale ci si annoia? Da mercoledì mi hanno assegnato i compiti da svolgere quotidianamente. Sul comodino ho un foglio dove appuntare la quantità di liquidi bevuti in ml, la febbre misurata tre volte al giorno, il numero di evacuazioni, il peso pre e post diuretici e devo anche piaccare le urine tre volte il giorno. Già… un lavoro con questo lasix… faccio più chilometri andando su e giù dal bagno che se fare dieci minuti sulla cyclette. E se si considera che devo muovermi legata a due tubicini lunghi cinque metri che mi tengono legata all’albero di Natale nella zona filtro… è veramente dura non aggrovigliarsi tutta e ritrovarsi stritolata nella loro spire!!!!
E intanto il mio albero fuori cresce… sacche da un litro di liquidi, diuretici, antibiotici, antivirali, antifungini, protettori gastrici, antielmintici e chi più ne ha più ne metta! Non c’è che dire, un bel cocktail davvero!
Martedì 6 novembre 2007 II° Giorno di ricovero
La sveglia qui suona prima di quella di Valerio, alle 6, per i prelievi di routine e il martedì per il buco necessario per i fattori di coagulazione (è l’unica occasione in cui non viene utilizzato il cvc o altrimenti detto catetere venoso centrale). Dopo la doccia, il cambio abiti e la terapia, mi hanno chiamata per andare in clinica chirurgica per l’inserimento appunto del cvc. E allora sì che il cuore ha iniziato a dar di matto e la testa a dolere per la tensione. Tutta bardata con i soliti indumenti più il camice azzurro caloroso, ho fatto il viaggio in ambulanza e sono stata parcheggiata nel solito corridoio. Fortunatamente il dottore mi ha fatto entrare subito e ha iniziato il suo iter con i rischi legati all’impianto (il più immediato lo pneumotorace nell’eventualità che avesse toccato la pleure) e la mia apparente calma si è trasformata in ansia vera e propria. Le sue casistiche basate sulle miriadi di impianti fatti non potevano nulla… nessun effetto lenitivo sulle mie extrasistole aumentate di numero. Con l’anestesia locale non ho sentito niente ma non mi muovevo per paura di indurlo in errore e non parlavo per timore di distrarlo. Quando ha insistito perché parlassi l’ho investito di domande. Ho scoperto che il cvc è posizionato all’interno del cuore (meglio non saperle certe cose!) e mi ha spiegato che le terapie non lo danneggiano perché i farmaci vengono immediatamente mandati in circolo, ciò che non avviene nel torrente periferico. Però è inquietante sapere di avere un tubo nel cuore!! Una volta applicato alcuni punti di sutura, non so se a punto croce o a mezzo punto, l’intervento è finito e sono rimasta in attesa dell’ambulanza per circa mezz’ora. Mi ha colpito ciò che mi ha detto il dottore: “ce la devi fare perché si vede che sei una ragazza forte” e il gesto che ha fatto subito dopo mettendomi la sua mano calda sulla testa mi ha in un certo modo rincuorata. Prima di lasciarmi, imprecando perché ancora nessuno veniva a recuperarmi, ha aggiunto: “che Dio ti protegga”.
Finalmente…l’ambulanza e i soliti sguardi indiscreti e fuggevoli della gente in corridoio che osservano una barellata giovane e bardata in modo insolito!
L’ora di pranzo ormai… ho mangiato tutto intiepidito; non che caldo fosse migliore! Con le mie innumerevoli intolleranze a causa dei miei cari amici eosinofili i miei piatti sono tutti sbiaditi e il menù per me prevede sempre: riso o pasta all’olio e minestrina come primi, pollo lesso o arrosto, fettina o medaglione di manzo ai ferri (e giustamente anche poco cotti) come secondi e frutta cotta o purea come dolce! Ah, dimenticavo pane e acqua, rigorosamente naturale.
Dopo pranzo un po’ di tv giusto per passare un po’ il tempo e un sonnellino arrivato più per noia che per stanchezza, visto che il mio pc non può essere connesso alla rete internet ospedaliera per chissà quale arcano motivo. Mi sento isolata da tutti e dal mondo di amici che si sono dotati di webcam per farmi sentire meno sola. Tutto ciò in attesa del pasto delle sei e dell’ora del passo…ah già…non aspetto nessuno perché Valerio non potrà venire per una settimana (fino a sabato) per aver fatto il vaccino antinfluenzale e nemmeno mina e pino influenzati… e meno male dovevano essere loro la mia forza!
Ora sono qui sola col mio pc e la mia musica e alle nove di sera non so già più che fare… A domani!
Lunedì 5 novembre 2007 Giorno di ricovero
Giornata di ansia e attesa…per tutti. Da ormai tanto tempo io, il mio bimbus e i miei aspettavamo questo giorno e sapevo che non sarebbe stato facile arrivarci….così pieni di paure, di speranze e di sentimenti forse mai troppo espressi che scaturiscono poi insieme in un turbinio stordente e anche spiazzante.
Ho pensato spesso nella mia vita a ciò che avrei voluto fare se qualcuno mi avesse detto di avere ancora pochi giorni da vivere….probabilmente li passerei come ho trascorso questi ultimi giorni…sorprendentemente rintanata in casa sulla penisola del divano davanti al fuoco del camino acceso, circondata dall’amore di Valerio, dei miei e dei tanti amici e parenti che ho ritrovato.
Per carità, non sono propriamente in fin di vita, anche se nessuno sa quanto mi manchi, ma è come se si chiudesse un capitolo e se ne aprisse un altro… E per arrivare alla rinascita occorre scalare la montagna più alta del mondo…oltre l’ Everest.
Io e Valerio in questi ultimi giorni abbiamo condiviso gioia, dolore, ansia, disperazione, pianto, sorrisi, pazzia, amore, tutti mixati nello stesso bicchiere e pronti a scoppiare ad ogni occhiata scambiata. Abbiamo pianto spesso insieme alternandoci nel ruolo dell’incoraggiatore, e malgrado le lacrime non siano da tutti viste come positive, ho confessato lui che sono stati giorni anche bellissimi per l’aumentata complicità che abbiamo trovato. La nostra ultima cena, ieri sera, è il ricordo che rimarrà indelebile nel nostro cuore. Tutto era perfetto: apparecchiatura, fiorentina sul fuoco con patate arrosto e musica di sottofondo, quella di Elisa. Tutto era perfetto tranne ciò che provavamo entrambi. Ad un certo punto, dopo essermi seduta sulle sue gambe, Vale mi dice:”Promettimelo”… io non avevo capito, riavvolge la canzone “Una poesia anche per te” e mi fa notare un verso che dice:” Vorrei rinascere per te e ricominciare insieme come se non sentissi più dolore”… dai miei occhi sono iniziate a scendere le lacrime perché in realtà c’era il 40% di possibilità che non succedesse… al suo richiedermi di prometterglielo ho risposto:”Te lo prometto, ce la metterò tutta!”. Poi con la disperazione negli occhi si è toccato il cuore dicendomi: ”Qui siamo a posto”. E forse ha imparato a piangere… Ad un certo punto mi ha preso per mano e portata in bagno per adempiere al rituale della rasatura. Per cercare di sdrammatizzare, una volta davanti lo specchio, ho preso in mano le forbici e ho iniziato a tagliare ciocche di capelli per accorciarli e vedere come stessi con i capelli a maschiaccio. Non ero malvagia!!! Vale nel frattempo riprendeva il tutto e scattava foto per ricordare come affrontavamo la cosa. Una volta sfoltiti quasi del tutto, Vale ha preso il regola barba e ha iniziato a rasare fino a ottenere una minima peluria. Quanto ci siamo divertiti! Sembrava un gioco fra bambini piccoli. Alla fine, come ultimo tocco, ecco il rasoio… alla fine eravamo come i pelati cirio!!! Perché lo abbiamo fatto? Perché suggerito dai medici per evitare il trauma di vedere cadere le ciocche di capelli per la chemio. Quella notte abbiamo dormito poco…
Ora sono qui dalle 17 rinchiusa nella stanza B, non ancora in regime di protocollo sterile, in attesa di cominciare domani questa nuova sfida… In questi casi si suole dire:”Chi vivrà vedrà”…… ed io devo vivere ….. malgrado abbia tante paure, anzi l’unica, quella di morire e non aver succhiato alla vita tutto ciò che mi deve e che mi ha finora negato o reso difficile raggiungere. Non sono riuscita a salutare Vale e i miei con un bacio per la frenesia e la tensione dell’ingresso…
La stanza dove vivrò per i prossimi quaranta giorni è dotata di tutti i “comforts”: letto-bilancia con comando elettronico per la regolazione di schienale e poggia piedi, tv con dvd e una lista di 150 tra films e spettacoli teatrali fra i quali poter scegliere, cyclette magnetica con rilevamento battito cardiaco e calorie bruciate sull’impugnatura, comoda poltrona per ospiti, tavolo con sedia per mangiare e bagno privato con doccia dotata di porte scorrevoli. In più c’è l’occhio del “Grande fratello” che osserva il paziente quando è a letto. Le regole sono le stesse che ho seguito durante il ricovero di agosto e quindi: doccia ogni mattina con relativo cambio biancheria e pigiama, sciacqui tre volte al giorno con bicarbonato e clorexidina per il cavo orale, con in più uno sciroppo per l’intestino da prendere due volte al giorno. E appesa all’esterno della porta l’asta per la somministrazione dei farmaci, soprannominata da me “l’albero di Natale”.
Alla tv c’è Voyager con Roberto Giacobbo e penso che concluderò questa prima mezza giornata con un bel botto sul cuscino. Ah…non riesco a tirare giù lo schienale del letto…dovrò dormire sul mio caro e vecchio “monte”.